Sirta

Sirta di Forcola sembra sbucare ogni giorno, insieme al torrente, dalla stretta minacciosa fenditura della Val Fabiòlo e fermarsi a rispettosa distanza dall'Adda, con le sue case assiepate, sulle quali sovrasta la gran cupola della chiesa.

Sirta: il cuore di Forcola all'ombra della Caurga

Il nome Sirta deriva da serta, “luogo recintato da confini”, e racconta la sua storia di borgo incastonato tra la piana dell’Adda e le Orobie valtellinesi che, a partire dalla rettificazione dell’Adda da parte degli austriaci a metà dell’800, ha acquisito sempre più importanza richiamando nel fondovalle la popolazione che prima viveva stabilmente nelle frazioni montane. Il simbolo più riconoscibile del luogo è l’imponente cupola della Chiesa di San Giuseppe, alta 38 metri, la più grande della provincia di Sondrio e oggi rivestita con tegole di ardesia. Progettata dall’ingegnere Clemente Valenti l'edificio ha subito una lunga fase costruttiva e decorativa, avviata a partire dalla seconda metà dell’800.

Da Sirta partono due antichi sentieri: uno sale in Val Fabiolo verso Sostila, l’altro attraversa maggenghi e boschi fino ad Alfaedo e alla sua pineta.

Sirta è anche nota per la sua lunga ombra invernale: le sue case più alte, incastonate sotto la parete rocciosa della Caurga, restano senza sole da ottobre a marzo. Questo imponente roccione di gneiss, oltre a dominare il paese, è una rinomata palestra di roccia, frequentata da molti scalatori per i suoi percorsi attrezzati.

Cupola e campanileCirca l’origine della toponomastica o denominazione delle vie nel nostro paese, provo a ipotizzare un lasso di tempo che va da fine Ottocento ai primi del Novecento, quando Sirta poteva vantare una consistenza di paese tale da rendere necessaria questa operazione per fini catastali, amministrativi e, perché no, anche per la distribuzione della posta.

guidaMi rivolgo in questo articolo ai numerosi turisti che scelgono di passare felici momenti in Valtellina, magari per una passeggiata o una sciata in qualche rinomata stazione climatica montana e che, nonostante partenze intelligenti e piani anticode, spesso si ritrovano imbottigliati nel traffico nel momento in cui decidono di tornare lungo la SS38, soprattutto nel tratto di strada statale che interessa anche il nostro territorio comunale.

Non furono anni facili nemmeno a Sirta durante le diverse epidemie che periodicamente interessarono la Valtellina. Alle cause naturali, quali ad esempio la presenza di zone paludose lungo il corso dell'Adda, vanno ad aggiungersi anche altri fattori di contagio, tra i quali l'ignoranza e la mancanza di precauzioni nei riguardi dei contagiati, il tutto unito ad una certa malfidenza nei confronti dei medici...
Questo prezioso documento riporta la testimonianza diretta di un medico che ha vissuto in prima persona una di queste epidemie. Una narrazione in presa diretta che ben descrive ambienti e stati d'animo in una situazione difficile.   

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