Circa l’origine della toponomastica o denominazione delle vie nel nostro paese, provo a ipotizzare un lasso di tempo che va da fine Ottocento ai primi del Novecento, quando Sirta poteva vantare una consistenza di paese tale da rendere necessaria questa operazione per fini catastali, amministrativi e, perché no, anche per la distribuzione della posta.
A questo proposito mi viene da sorridere ripensando ad una commedia dialettale rappresentata in oratorio, dove il postino aveva il suo bel daffare per individuare persone e recapiti: le prime caratterizzate, almeno per quei tempi andati, dall’immancabile soprannome; i secondi da un elemento paesaggistico collegato all’abitazione, come una fontana, una “truna”, un albero…
Ma torniamo a bomba, dando la precedenza, non senza qualche possibile errore di valutazione, alla Via Rosario, considerandola parte nel nucleo più vecchio del paese. La denominazione fa chiaramente riferimento a quella pratica un tempo molto diffusa, risalente alla religiosità domenicana e che trova nella festa del 7 ottobre un riferimento storico alla battaglia di Lepanto, vinta dai cristiani contro i musulmani, auspice la B.V. Maria della Vittoria, invocata sotto questo titolo dal Papa S. Pio V che, anch’egli domenicano, aveva indetto una mobilitazione spirituale con la recita del Rosaio (1571). Queste potrebbero essere le radici storiche della scelta, chiaramente quand’essa fu fatta.
Via Carmine: è questo il titolo sotto il quale viene invocata Maria nella nostra Parrocchia e la scelta di denominare così una contrada appare piuttosto scontata. Ma a quando risale la devozione alla Madonna del Carmine e a quando l’elezione a nostra patrona? La mia ipotesi è questa: probabilmente fu introdotta da una Parroco di S. Gregorio in epoca antica. Mi soccorre il Vescovo di Como Feliciano Ninguarda, tra l’altro originario di Morbegno, che nella relazione della sua storica Visita Pastorale del 1589 scrive (traduco dal latino): “Funge da parroco (della chiesa di S. Gregorio), data la scarsità di preti secolari, il carmelitano fra Eliseo da Pontolio della diocesi di Brescia”.
E infine la Via Immacolata, senz’altro la più vecchia, un tempo, ma ancor oggi, denominata Forno, per la presenza, in antico, di una fornace che estraeva il ferro dalle rocce delle Orobie. Qui il toponimo fa esplicito riferimento alle apparizioni di Lourdes e alla devozione che ne susseguì. Sappiamo bene che la Madonna, apparendo a Bernadette nel marzo del 1858, proclama il suo nome dicendo: “Io sono l’Immacolata Concezione”.
Questo è quanto. Soddisfatta in qualche modo la curiosità, rimane l’impegno per tutti i Sirtesi di onorare la Madonna non soltanto sulle targhe delle vie e negli indirizzi, ma soprattutto con una devozione viva, sentita e testimoniata.
L.L.