La vita dei piccoli paesi e delle frazioni spesso intreccia le sue vicende con lo scorrere dei fiumi lungo i quali le persone hanno, lungo i secoli, deciso di stabilirsi per le comodità in termini di trasporti ed approvvigionamento innegabili.
Così è accaduto anche per le frazioni di Selvetta e Sirta in Comune di Forcola che fin dalla loro nascita hanno condiviso nel bene e nel male lo scorrere delle vicende umane con quelle del fiume Adda che lambisce entrambi i paesi nella zona nord.
Se da un lato l'Adda ha svolto fin dall'inizio una funzione importante per lo sviluppo delle frazioni del comune (pensiamo fin dall'origine alla frazione di San Gregorio con il suo porto sul fiume, via obbligata per chi dalla sponda orobica voleva spostarsi su quella retica, oppure all'importanza del fiume come fonte di materiali da costruzione), l'importante corso d'acqua ha purtroppo più volte segnato anche in negativo la storia delle popolazioni stabilitesi lungo le sue sponde. Diversi furono infatti i tentativi di regimentazione del fiume Adda per impedirne lo sconfinamento nei prati e campi circostanti, fino alla più recente e ancora presente nella memoria collettiva, alluvione del 1987, dove nuove e moderne opere di regimentazione poco poterono, contro la piena eccezionale e repentina del fiume Adda. Da quella tragedia sono passati diversi anni e da qualche tempo, non senza difficoltà di ordine burocratico e giudiziario, si è giunti ad una soluzione che possa, in caso di emergenza, tamponare un'eventuale esondazione.
L'opera realizzata, oltre che porre rimedio ad un'eventuale emergenza, risulta una svolta anche dal punto di vista della riqualificazione di un'area, a nord delle frazioni Sirta e Selvetta, che ben si presta come naturale anche se non ufficiale continuazione del Sentiero Valtellina proveniente da Colorina. Costeggiando l'Adda infatti è possibile raggiungere, o sulla sommità dell'argine oppure in fianco ad esso, la frazione Isola di Masino dove si incontra la vecchia strada che conduce a Desco e quindi a Talamona e Morbegno.
Alcuni dati sulle opere idrauliche nella piana di Selvetta provenineti dal pannello esplicativo delle opere nei pressi dell'invaso in Comune di Ardenno:
Nella piana Selvetta, lungo il percorso antico (1880) dell'Adda correva il Canale Pedemontano che raccoglieva le acque di bonifica e quelle dei bacini montani retici.
La costruzione dello sbarramento di Ardenno e della derivazione (1960) a pelo libero comportarono la modifica dello scarico del Pedemontano in Adda mediante il canale Selvetta che convogliava le acque nella galleria di derivazione del vecchio impianto di Campovico per recapitarle poi, a valle del ponte ferroviario di Desco, in Adda; per controllare le portate provenienti dalla Piana fu installato un idrometro all'inizio del canale Selvetta.
L'attraversamento del canale di adduzione della centrale di Monastero da parte del Canale Selvetta fu realizzato, per ragioni di quota, con un sifone. La quota e le dimensioni del sifone, così come quelle dei canali e delle gallerie a valle, provocarono impaludamenti e ricorrenti allagamenti il principale dei quali avvenne durante l'alluvione del 1987.
FINO ALL'ALLUVIONE 1987
Una progettazione coordinata dispone un complesso di opere per la messa in sicurezza e la bonifica degli impaludamenti della Piana, unite ad interventi per l'inserimento ambientale.
Il fondo del Canale Pedemontano a monte viene abbassato (di circa un metro) e sono realizzati un nuovo canale Selvetta (in sostituzione del vecchio) e la risagomatura dei fondi agricoli al fine di configurare una ampia zona allagabile nel caso di piene eccezionali; il livello della falda acquifera dell'intera piana risulta, come conseguenza, complessivamente diminuito.
L'adduzione alla centrale di Monastero dallo sbarramento è costruita con un sifone posto al di sotto del nuovo canale Selvetta così da eliminare qualsiasi ostruzione al deflusso delle acque della Piana.
Il canale Selvetta viene dotato di un nuovo scarico in Adda che può sfruttare, come opera di sicurezza, anche il vecchio scarico al ponte ferroviario di Desco della storica centrale di Campovico.
DOPO L'ALLUVIONE 1987
F.M.