La Val Fabiòlo è una perla racchiusa nelle pieghe della bassa Valtellina. Modesta di dimensioni - di fatto è uno dei minori affluenti della valle dell'Adda - culmina a soli 1070 m in corrispondenza di Campo Tartano e sfocia nell'Adda all'altezza del paese di Sirta. Lungo questa valle scorreva un tempo il torrente Tartano, che nei millenni trovò sfogo in altra direzione, verso Talamona, lasciando l'incavato e antico letto alla colonizzazione della vegetazione e dell'uomo. L'antica mulattiera che percorre la valle è stata la via più breve per raggiungere la Val Tartano fino agli inizi degli anni '60, quando la costruzione della nuova carrozzabile ha innescato il processo di abbandono della Val Fabiòlo. Allo scopo di salvare dall'oblio il particolare patrimonio storico ambientale della vallata, attraverso la valorizzazione culturale e turistica della località, è in fase di progettazione un Ecomuseo. Il nucleo più rappresentativo degli antichi insediamenti umani disseminati lungo la Val Fabiolo è Sostila, raggiungibile con una piccola deviazione dal sentiero principale, un vero e proprio gioiello di architettura rurale medioevale perfettamente conservato.
Anche Marino spini, in un suo brano narra di leggende come quelle raccolte nel libro "Su per la Valle, alla ricerca di antiche leggende".
Articolo di S. Mufatti sulla Val Fabiolo, dal notiziario della Biblioteca di Berbenno n.1 agosto 2002.
Da Alpesagia (n. 7, luglio 2012) un articolo di N. Colombo su Fausto Mottalini, l'unico residente stabile della frazione Sostila in Val Fabiòlo.
In Valtellina la frutticoltura ha origini recenti e nasce, a partire dagli anni ’50 del Novecento, in sostituzione del vigneto di peggiore qualità, quello posto sui conoidi.
Quella di Sostila è invece un’esperienza virtuosa di frutticoltura identitaria di villaggio alpino.