Sostila e Val Fabiòlo

Sostila e la Val Fabiòlo: una introduzione

sostilaPochi conoscono che in Valtellina, poco oltre il viadotto sul fiume Tartano, superato il restringimento della valle principale, sul versante sud, prende avvio la val Fabiòlo. Valle trasversale e tra le meno conosciute, lunga circa quattro chilometri e non attestata alla dorsale orobica, si affaccia sull'Adda in Comune di Forcola, fra Morbegno e Sondrio. Anticamente rappresentava un'importante via di transito e di comunicazione con la val Tartano e quindi con la val Brembana.

val_fabioloÈ una piega della natura che sembra aver fatto di tutto, fino ad oggi, per nascondersi, racchiusa com’è ai lati della media Valtellina, come una sorta di valle fossile: migliaia di anni or sono vi scorreva il torrente Tartano che, con paziente lavoro di erosione, aveva inciso nello gneiss una valle incassata che sfociava nell’Adda all’altezza di Sirta. Ma dopo millenni il Tartano “scoprì” un letto più tenero da erodere e cambiò direzione piegando verso Nord-Ovest per sboccare nel fondovalle, nei pressi di Talamona. Restò quindi questo profondo solco, sinuoso e celato fra impressionanti quinte rocciose. Con il passare del tempo, la vegetazione s’impossessò delle rupi e gradualmente ricoprì quasi tutti i fianchi della valle con castani, abeti, pini, betulle e faggi.
Dalla storia alla botanica fino all’escursionismo, passando per l’arrampicata e il mistero, la val Fabiòlo offre, nelle sue modeste dimensioni, scorci di natura e di vita passata rimasti inalterati proprio grazie all’isolamento che la morfologia del territorio ha garantito alla valle ed ai suoi borghi durante i secoli passati. Gli insediamenti umani in essa presenti raccontano di un tempo ormai lontano, che però riemerge ancora nei muri anneriti, nei sentieri acciottolati, nelle strette vie e nei ballatoi di vecchie case disposti gli uni vicini agli altri come a volersi difendere dalla modernità. (continua dopo il video)

casa_sostilaPiù che la storia sono le storie a caratterizzare la valle: storie di vita d’un tempo, di fatiche e di lavoro, testimoniata oggi da racconti e manufatti che racchiudono antichi insegnamenti e quel sano rispetto reverenziale nei confronti della natura e delle sue leggi. Leggi che l’uomo cerca oggi di superare, come sulla parete della Caürga, rinomata palestra di roccia, che sa offrire lungo le sue pareti vie semplici o più impegnative, ma tutte accomunate dal fascino del brivido, dalla particolarità dei passaggi e dalla vista mozzafiato una volta giunti in cima.
La natura stessa ha contribuito in prima persona a rendere unica la valle: sui prati ormai incolti e nei boschi a ridosso del torrente nascono e prolificano specie vegetali caratterizzanti il versante orobico o addirittura endemiche come la Tulipa australis. Il suo naturale isolamento rende la val Fabiòlo territorio favorevole per il ripopolamento e la conservazione di specie rare che qui possono riprodursi in tranquillità per offrire al visitatore spettacoli di colori e profumi unici.
A ciò si uniscono misteri e leggende di streghe, creature leggendarie e spiriti che aleggiano negli angoli più diversi della valle; questi racconti, frutto della fantasia popolare, se un tempo avevano la funzione di scoraggiare i più giovani, oggi contribuiscono a darci uno spaccato della vita di un tempo, delle tradizioni e delle paure dei nostri avi.
sostilaL'unico consistente villaggio della Val Fabiòlo è Sostila, raggiungibile soltanto a piedi che come tutti i luoghi rimasti isolati nel tempo e nello spazio, vive in un limbo a metà fra il ricordo e la malinconia. Fino al 1930 aveva un centinaio di abitanti, fino al 1961 la scuola, mentre la chiesa era regolarmente officiata.
sostilaOltre ad un unico e solitario abitante che vi risiede tutto l'anno, la maggior parte delle persone arriva qui solo d'estate su sentieri ripidi ma sicuri, ma rimane per poco tempo. Si viveva di castagne, di un po' di bosco e di qualche animale da lasciar pascolare. Le donne coglievano mele, pere e ciliege che vendevano nei mercati della valle. Gli uomini, non tutti, lavoravano nelle miniere di ferro sulle lontane creste delle Alpi Orobiche oppure oltralpe. Le architetture sono in pietra, i tetti in piode, e risalgono all'alto medioevo.

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