In Valtellina la frutticoltura ha origini recenti e nasce, a partire dagli anni ’50 del Novecento, in sostituzione del vigneto di peggiore qualità, quello posto sui conoidi.
Quella di Sostila è invece un’esperienza virtuosa di frutticoltura identitaria di villaggio alpino.
Il particolare clima di Sostila permetteva la coltivazione della frutta, in particolare delle pere. La vicinanza della Val Tartano - valle molto popolosa fino agli anni '60 del '900, con oltre 2000 residenti - portò ad una specializzazione in questo settore. Infatti, a parte qualche pianta di ciliegio selvatico, la Val Tartano era priva di frutta. Sui pendii di Sostìla erano invece coltivate le pere (dette anche pir butèer, "pere burro" per la particolare consistenza e dolcezza) che costituivano non un corredo ad un'alimentazione povera, come si potrebbe pensare, bensì una risorsa unica: le donne di Sostìla la domenica salivano fino a Tartano, aspettando la gente all'uscita da messa e lì, col gerlo pieno di pere e la bilancia, vendevano i loro prodotti.
Oggi le pere maturano ancora ma sono molto piccole perché gran parte degli alberi sono in stato di abbandono.
È nata così l'idea di studiare a fondo il problema e di valorizzare le pere di Sostila collegandole alla nascente esperienza dell'Ecomuseo. Grazie alla collaborazione di Renzo Erini, attivo da anni con la sua azienda a Chiuro, si è avviato nell'autunno 2009, su alcuni terreni ora di proprietà della parrocchia di San Giuseppe di Sirta, un piccolo vivaio con una ventina di piante. Il vivaio troverà occasione di una prima valorizzazione nel progetto in corso di corridoio ecologico lungo l'asse della Val Fabiolo, progetto attuato dal Parco delle Orobie valtellinesi. Si è inoltre formalizzato un accordo con la Fondazione Fojanini di Sondrio per l'avvio di una ricerca scientifica e un censimento delle varietà esistenti e delle loro caratteristiche genetiche. Tale ricerca verrà svolta in collaborazione con l'Università di Agraria di Milano.
Una testimonianza
Che piacevole sorpresa ritrovare una neonata piantagione di pere a Sostila... “Dolci” ricordi affiorano alla mente, di quando, da bambino, negli anni sessanta, con mio fratello Enrico e nostro cugino Diego, aiutavo la zia Giuditta e lo zio Pierino Comperti a concimare i prati della frazione Arèt in Sostila. Gli zii durante il periodo estivo-autunnale abitavano nella loro casa ad Arèt ed avevano le mucche. La fatica del nostro lavoro svaniva a fine giornata di fronte alle prime pere mature che la zia Giuditta raccoglieva, mentre le più tardive venivano portate nella loro casa in Via Carmine a Sirta e conservate per tutto l'inverno sul pavimento di legno di una delle camere. A Natale, poi, lo zio Pierino non mancava mai di regalarci qualche chilo di pere e per noi era bello vedere quel frutto così ben conservato e soprattutto così buono. Ferdinando Marchesini
fonti: puntoponte.wordpress.com; Quaderni Valtellinesi, n. 108/2010; “Comunità” anno X – N. 39 – Luglio 2010.