La pesta delle castagne

pesta castagneVarchiamo di poco il confine amministrativo del Comune di Forcola per recarci a Rodolo, in comune di Colorina, per la “Pesta delle castagne” nel segno di una valorizzazione di tradizioni che sono proprie delle popolazioni di entrambi i Comuni.

Potremmo descrivere il tutto come una ben composta e coordinata... sinfonia.

essicatoioIl primo movimento comincia all'alba quando il custode dell'”agraa” (la costruzione a due piani, con pavimento composto da numerosi rami posti come una grata, che ospita al piano inferiore un tenue fuoco alimentato per diversi giorni e al piano superiore le castagne in via di essiccazione) sale, dopo aver spento e portato all'esterno le ultime braci, sulla scaletta che lo porta al piano superiore per areare il locale dagli ultimi fili di fumo. 
E' lui il vero direttore d'orchestra, lui che dall'alto della sua esperienza data dall'età guiderà i diversi orchestrali-aiutanti in un concerto di forze e compiti diversi.
pestaEd ecco che, mentre la porta del locale si apre e avviene lo scambio della luce dell'esterno con il buio dell'interno, del freddo pungente di una mattina invernale con il caldo piacevole ancora rilasciato dalle pietre del muro dell'agraa, si accalcano nell'aia davanti alle baite tutti gli orchestrali ciascuno dotato del proprio strumento: sacchi di tela (non veri e propri sacchi ma tubi di stoffa legati ad un estremità con un nodo, forse per facilitarne la pulizia al tremine del lavoro - proprio come smontare uno strumento per pulirlo alla fine dell'esecuzione), uàl (vagli, strani canestri di vimini intrecciate con un bordo che, da un altezza di alcune decine di centimetri su un lato, degrada dolcemente fino ad annullarsi sull'altro), sciok di legno (un tronco ricoperto con una pelle d'animale per proteggere i sacchi di tela dai colpi inferti dai “percussionisti”), guanti, mani dentro di essi e tanta buona “vòia de fàn”.

Ciascuno al suo posto! Secondo una regola non scritta ma dettata dall'esperienza ciascuno si posiziona, si prepara, e prepara il suo strumento: c'è da controllare che il sacco non sia bucato, che il vaglio non sia rotto, che il tronco sia ben piano e posizionato e che il tavolo di cernita sia libero.
castagneE il direttore d'orchestra? Lo avevamo lasciato nell'alto della sua postazione ed ora con il fruscio della mano sapiente che sposta le castagne ormai secche fa capire a tutti che il momento è arrivato.
Togliendo alcuni legni tondi apre un varco nel pavimento e “dà il là” alla cadenzata caduta dei dolci frutti al piano inferiore dove è stato preparato un angolo di raccolta. In poco tempo tutto il prezioso raccolto passa nella stanza dove prima ardeva il fuoco e già alcuni giovani aiutanti si accalcano a voler riempire... ma non è compito loro! Solo il direttore sa quale sia la quantità giusta da mettere nel sacco per ottenere il risultato migliore.
Il tutto parte sommessamente con il solo fruscio delle castagne che cadono nei primi sacchi, il calpestio delle calzature sul selciato, il quasi inesistente vociare delle persone come poco prima di un'esecuzione o forse per il fatto che è ancora mattino presto.
castagneMa ecco che, appena i primi sacchi sono stati riempiti e consegnati dai giovani trasportatori ai “percussionisti”, la sinfonia inizia ad entrare nel vivo: si aggiunge il ritmo dato dall'intervallarsi dei sacchi che battono sul tronco in un susseguirsi coordinato che trova pausa solamente nel momento di svuotamento dei sacchi. Un vero e proprio ostinato ritmico che farà da sfondo a tutte le operazioni.
Poco dopo altri strumenti “entrano in scena”: è la famiglia dei “uàl” rimasti finora in attesa del materiale necessario per poter lavorare e che viene prontamente fornito dagli addetti alla pesta. Il contenuto dei sacchi cade sui vimini secchi producendo suoni generati dai tonfi delle castagne ovattati dalle pelli secche e dalla “gìa” la pellicina pelosa che ricopre il frutto.
Carichi del necessario anche i uàl possono trovare il loro spazio nella composizione quasi alternandosi al battere dei sacchi, al frusciare dei frutti mentre vengono insacchettati e al primo vociare delle donne raccolte intorno al tavolo di cernita ormai impazienti.
vaglio castagneNon mancano, essendo l'orchestra composta da persone, imprevisti, come l'improvvisa rottura di un sacco con la conseguente fuoriuscita di una parte del contenuto, oppure scherzi da parte di qualche strumentista dispettoso che si è divertito a lanciare le pelli delle castagne dal proprio vaglio a quello della collega con un rapido gesto; note stonate che però non compromettono il risultato finale.
L'opera può dirsi compiuta soltanto quando le abili mani degli addetti alla cernita hanno separato dai frutti ormai puliti le ultime scorie, le castagne marce o bacate, il tutto mentre si raccontano aneddoti relativi alla castagna o storie d'altri tempi: voce umana che fa da corona all'esecuzione.
E proprio come per ascoltare al meglio un brano orchestrale non è eseguendolo o standoci troppo vicini che lo si può apprezzare al meglio, bensì spostandosi, magari a lato del cortile per ammirare con gli occhi e ascoltare con le orecchie quale meraviglioso concerto sta davanti a noi.
pesta castagneUna sinfonia preziosa, antica e quasi perduta... ringraziamo allora questo temerario gruppo di rodolesi di ieri e di oggi che, come le migliori orchestre, fanno rivivere anche ai giorni nostri, opere d'arte lontane nel tempo; un'arte non nobile, non aulica, ma un'arte importante perché testimone di quello che siamo stati, che siamo e, magari, che saremo. FW

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