Nel mondo del vino italiano, il nome di Jean Valenti risplende come una stella guida, illuminando il cammino della cultura enologica nel Bel Paese.
Nato il 25 aprile del 1923 in Francia da madre francese e padre italiano, Valenti ha lasciato un'impronta indelebile nel panorama vinicolo italiano, non solo come professionista impeccabile ma anche come amico devoto della Valtellina.
L'epopea di Jean Valenti inizia con un matrimonio nel 1957 e una crescente famiglia da accudire. Dopo anni di peregrinazioni in giro per il mondo, Valenti e la moglie Palma Libera, originaria di Sirta, sentono il richiamo della stabilità. Nel 1960, giunge al Savini, un tempio gastronomico milanese, con la missione di trasformare la cultura della sommellerie in Italia.
"Mia moglie Palma Libera era valtellinese, originaria della Sirta, ci siamo sposati nel 1957, oggi riposa al cimitero del suo paese d'origine. Ci siamo conosciuti al Palace di Hotel di Saint Moritz, io ero sommelier capo servizio al ristorante Saint Maurice mentre mia moglie lavorava nella caffetteria dell'Hotel Palace. Dopo molti anni in giro per il mondo decidemmo di stabilizzarci in Italia, i nostri tre figli sono nati tutti in provincia di Sondrio. Ricordo ancora che proprio grazie al fatto di aver sposato una donna valtellinese, volevo venire a lavorare in Italia, accettai quindi senza indugi la proposta del commendator Angelo Pozzi, patron del ristorante Savini, dove ho cominciato agli inizi degli anni Sessanta"1.
Giunto al Savini, Valenti si accorge presto che l'Italia, nonostante la sua ricca tradizione enologica, manca di una cultura del vino ben radicata. "La maggior parte del vino era sfuso, con poche bottiglie di pregio"2, ricorda Valenti. Fu un affezionato cliente a farlo riflettere sulla necessità di fondare un'associazione che potesse formare professionisti del settore. Nel 1965, insieme a Leonardo Guerra ed Ernesto Rossi, Valenti pone la firma alla nascita dell'Associazione Italiana Sommelier.
L'associazione nacque in un momento cruciale per il mondo del vino italiano, quando il suo potenziale era ancora in gran parte inesplorato. Grazie al lavoro instancabile dei fondatori, tra cui spicca il nome di Valenti, l'AIS ha contribuito in modo significativo a far conoscere e apprezzare il vino italiano in tutto il mondo.
Nonostante il suo impegno professionale, Valenti non ha mai dimenticato le sue radici valtellinesi. Ora, con la moglie, riposa al cimitero di Sirta, mentre uno dei loro tre figli non manca mai di proporre vino valtellinese di qualità nel suo ristorante italiano in California, quasi a mantenere il legame viscerale con i luoghi d’origine.
Jean Valenti, con il suo impegno instancabile e la sua dedizione al vino italiano, rimane un faro nel panorama della sommellerie, un'icona che ha plasmato il destino dell’enogastronomia e ha lasciato un'eredità duratura nel cuore di tutti gli amanti del vino.
FM
Note:
1 Da mezzo secolo siamo ambasciatori di “qualità da bere” in “La Provincia di Sondrio” edizione del 09/07/2015, p. 17.
2 Il mondo del vino listato a lutto per Jean Valenti in in “La Provincia di Sondrio” edizione del 09/10/2016, p. 19.